Monferraglia Spring 2021
Tutto parte l’anno scorso quando non so sotto quale delirio
ho la brillante idea di prendermi un Piaggio SI ad accensione elettronica con
cui fare l’Alpenbrevet e la Monferraglia. Più che un motorino sembra un grido
di aiuto.
Per i poco studiati: l’Alpenbrevet è una manifestazione
organizzata dalla Red Bull che prevede un tour delle alpi Svizzere per oltre
120km, guidando SOLO 50ini a pedali rigorosamente in linea col codice della
strada (targa, assicurazione, meccanica originale). Ah, in Svizzera i 50ini per
legge non fanno i 45kmh come da noi ma i 30! Oltre la minaccia di controlli e
squalifiche per evitare che la gente si presenti con i peggio mezzi elaborati
la Red Bull ti banna a vita se fai il percorso in meno di 4 ore, quindi con una
media superiore ai 30kmh. Ogni anno racchiude più di 1000 partecipanti da mezza
Europa con degli improbabili bocchini a due ruote: ognuno caratteristico del
proprio paese di provenienza.
E’ un evento molto ludico e goliardico ovviamente
ma per chi come me adora quei paesaggi e guidare ad un filo di gas è l’ideale.
Per i pochissimo studiati: La Monferraglia è una manifestazione che prevede un
tour di 60km per i boschi delle montagne Piemontesi, si divide in 4 giri
annuali (Spring, Nait, Uain e Uinter) e il mezzo deve avere solo un requisito:
partire da una base moped 50. Non è richiesta targa, assicurazione, originalità
del mezzo. Anche qui oltre 1000
partecipanti, goliardia a palate ma una buona dose di ignoranza motoristica che
prevede ad esempio un Bravo con ruote tassellate, sospensioni da moto, motore
artigianale super elaborato e le peggio diavolerie.
Ricapitolando, per unire le due cose il mio SI deve avere: una coppia di ruote
tassellate e una stradale, targa e assicurazione, un minimo di elaborazione per
salire sulle montagne piemontesi ma non troppo da essere sgamato dagli sceriffi
Svizzeri, affidabilità al 100%.
Arriva il covid. Finisce così tutto nel dimenticatoio per un annetto, fino a
primavera 2021.
Il mio SI mentre era in garage fermo ha accumulato un 65
polini, un 13/13, una sito, un mozzo da 12.23 giri, una trasmissione completa a
variatore con piatti da 100mm e variatore Malossi e un’accensione a strappo.
Con queste componenti posso fare entrambi i tour, ma la voglia di fargli la
targa nuova, pagare revisione e l’assicurazione ancora non mi è venuta quindi
per ora mi lancio solo sulla Monferraglia.
Un paio di settimane prima del fatidico giorno provo il mezzo un paio di volte
nelle campagne dietro casa dei miei e dopo una serie di peripezie tocco la
velocità spaventosa di 53kmh.
Non sono un manico ma negli anni qualcosina di motori l’ho capito: più ci metti
le mani e più ce le dovrai rimettere!
Il mio obiettivo non è arrivare primo in
cima ma arrivare in cima, quindi a livello motoristico ho bisogno di grande
ripresa, bassi consumi e tanta, tanta affidabilità. Direi che ho tutto.
Mi unisco a due ospiti abituali della Monfa, Alex e Mike, che mi offrono passaggio,
compagnia e assistenza.
Arriva sabato mattina, il giorno della partenza: mi
alzo di buon’ora e mentre attendo gli altri provo l’ultima accensione
scaramantica ma niente da fare, il cesso non parte (cesso perché di colore
bianco mica per il discutibile design o le dubbie prestazioni...). Tiro due
madonne ma niente, non parte, dopo un po’ di prove capisco che è l’impianto
elettrico, dopo un altro po’ di prove capisco che è la bobina, dopo un po’ di
madonne volo dal Berno e la compro nuova con soltanto un po’ di euro.
Un po’ di
minuti dopo arrivano gli altri, si carica un po’ di roba e si parte!
Loro hanno due mezzi tutti super elabborati ammiocuggino ma
non mi spaventano. Durante le 4 ore di guida mi ribadiscono quanto sia dura
arrivare alla fine ma sono sereno, con la mia Vespa ho girato metà Europa
vedendone e passandone di ogni.
Il viaggio fila liscio fino a Priero (CN), paesino di 400 abitanti che per due
giorni ospiterà 1100 persone motorizzate.
Camper, furgoni, tende parcheggiate ovunque e cessi a pedali che sfrecciano qua
e là ma il meglio arriva nella piazza del paese in cui un fulminato col il
camice da dottore e collant neri fa roteare nell’asfalto un Ciao piegato sul
fianco e tenuto a tutto gas mentre un suo amico con una motosega priva di lama
tenuta a tutto buco ne simula il rumore https://photos.app.goo.gl/6FPKvPFg283E5nFi9
Queste cose non accadevano quando il catechismo era
obbligatorio.
Il 90% dei mezzi sono esasperati, dalla ciclistica al
motore, questo è quello che mi ha colpito di più:
Quando l’ho guardato ho sentito nelle orecchie come un
sussurro: Quando mi muovo io spostati o diventi ragù.
Credo che nessuno di loro abbia speso meno di 1500€ per il
proprio mezzo, io coi miei 500€ faccio il poveretto (D'altronde siamo nel Team Peones no? N.d.Simo) e me ne sto in disparte.
Tiriamo giù i nostri mezzi e facciamo le ultime prove, gli altri carburano e io
cambio le molle della frizione, siamo finalmente pronti per la partenza del
giorno successivo.
La sera ci uniamo ad una grigliata di amici a cui si sono aggiunti anche 3
veneti che avevano il furgo di fianco al loro. Chi cucina pensa più a bere che
al resto tant’è che il grasso della griglia colava a terra incendiando l’erba
ma loro non curanti procedevano, ho dovuto dirglielo io che ormai avevano le
fiamme alle ginocchia e il veneto mi risponde: dio caro ecco cos’era sto caldo!
Il ferrarese alla griglia è unto come una cucina di cinesi: parla una lingua
che non ho mai sentito con una voce che secondo me non è la sua. Quella cena
non era male però mi ha lasciato un sapore in bocca che pensavo di aver
mangiato un campo rom.
Tutti alla festa in piazza e verso le 23:30 noi andiamo
a letto.
Il giorno dopo ci troviamo finalmente al gate di partenza ma alcuni
ammiocuggino neanche ci sono perché il giorno precedente facendo le ultime
prove hanno spaccato tutto, ma noi ci siamo, a cazzo duro!
Il giro procede liscio, io salgo dappertutto e non mi pianto
mai e più o meno ogni due curve becco un ammiocuggino rimasto a piedi. Abbiamo
avuto qualche ciappino anche noi: al terzo fiume mi si è bagnata la candela,
Mike ha problemi elettrici e Alex ha perso la marmitta, riattaccata poi con
filo di ferro e fascette.
Dopo 30km c’è la sosta di metà percorso, ho un ghigno
da matti, tutto è filato liscio come l’olio ma ho le braccia maciullate. Ci
fermiamo un attimo e ne vediamo delle belle: persone stanchissime, altre
intarantolate, mezzi un po’ cioccati, quelli caduti riconoscibili perché
infangati su tutto il fianco e poi c’è lui, il SI bucolico
La seconda metà del percorso è decisamente più ostica, in un
paio di salite devo spingere per salire, più fango e più pozze d’acqua, sempre
più profonde. Sono già merdo fino alle ginocchia. Ormai i partecipanti sono
sparsi lungo i 60km, è difficile trovare gruppi di più di 5-6 persone insieme,
noi andiamo via accorpati nonostante lo squilibrio di motori (e comunque, se
proprio vogliamo dirla tutta, in un paio di salite ho dato via ad Alex,
SHHHH…..).
Ad una certa sono in testa, mi fermo ad aspettarli e arriva
Mike dicendo che Alex è caduto senza farsi male, ce la ridiamo e andiamo. In
una curva il tipo davanti a me si impunta in un sasso mostro e cade
rovinosamente piantandosi il manubrio nel costato, lo soccorro e lui è lì, a
terra, con una sgussa come se stesse cagando un mattone. Per fortuna data la
velocità prossima ai 20kmh non sì è comunque fatto troppo male, è tempo di
tirarsi su e ripartire.
Di cadute se ne vedono a palate: alcuni in discesa si piantano facendo una
piroetta in avanti, altri in curva, un Ciao addirittura si spezza a metà
Dopo 4 ore totali arriviamo finalmente al traguardo, che è poi il punto di partenza. Il percorso è furbescamente un anello intorno alla partenza così chi resta a piedi nel bosco torna facilmente a casa. L’organizzazione mette a disposizione un pranzo molto ricco composto da 3 portate risposte su un vassoio, chiedo a chi fa i vassoi di stupirmi e lui mi mette talmente tante patate che non vedo più il resto. E’ tutto molto buono, solo Mike non apprezza dato che poggiando il vassoio sul tavolo ci ha ribaltato sopra il vino rosso…..
Adesso è ora di caricare i mezzi, cambiarsi e ripartire verso casa, sono quasi le 15.
Tirando un bilancio generale posso dire che è stata una
giornata spettacolare, un’esperienza fantastica e a detta degli altri anche il
percorso è stato uno dei più belli di sempre. Ho incontrato molte persone
curiose e ho apprezzato l’inventiva di chi, forse esageratamente, ci ha messo
del suo per realizzare un mezzo unico, molte volte inutile a livello tecnico.
Ho trovato un clima meraviglioso, quando ho avuto bisogno mi
hanno dato una mano tutti, forse perché nonostante si spendano soldoni in
motoroni e si facciano piani da motoGP siamo sempre e comunque solo dei ceffi
che girano in Ciao quindi c’è tanta solidarietà reciproca.
L’anno scorso quando
pensavo a come fare il mio mezzo chiedevo supporto nei gruppi Facebook
dedicati: “Quelli della Monferraglia”, “Trafficaglia” e “Bottegaglia” e ho
trovato un grande aiuto, consigli utili ma soprattutto tanta onestà, io non
sapevo un bel niente e potevano vendermi fischi per cazzetti eppure non mi ha
fregato nessuno e impiegavano il loro tempo per spiegarmi telefonicamente pregi
e difetti dei vari pezzi, come avevano trattato ciò che mi stavano vendendo o
come dovevo montare ciò che mi avevano spedito. Sicuramente farò anche le altre
tappe, con maggiore consapevolezza.
E’ presto per dare consigli ma ho confermato le mie ipotesi:
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Straelaborare è divertentissimo ma non è
assolutamente indispensabile, gli originali hanno tribolato, i semi originali
meno ma seppur a full gas per 60km siamo arrivati alla fine senza pensieri. Ho
dato un occhio e si trovano mezzi ammiocuggino in vendita ma è difficile darli
via perché alla gente piace farseli coi propri gusti poi se anche lo vendi non
recuperi assolutamente la spesa sostenuta per farlo.
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Un motore tranquillo ti porta alla fine senza
pensieri e con poca benzina, altrimenti devi portarti dietro anche la tanica o
fare un serbatoio maggiorato.
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La ciclistica è molto importante, ad ogni buco
serio le sospensioni andavano a pacco e pensavo di crepare, ora ho indurito la
sospe davanti e spero di cavarmela così, confido non serva una forca da moto
come montano quasi tutti.
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Obbligatorie le gomme tassellate
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Le borse laterali sono più comode di uno zaino
sulle spalle
Credo proprio che continuerò a fare la Monferraglia e non
andrò in Svizzera, non con questo mezzo ecco :D
Adesivo portafortuna Attaccato perfettamente! |
Bellissima narrazione!
RispondiEliminaLa monferraglia entra solo nei cuori dei ceffi!